IV Novembre 2021: il messaggio del sindaco Simone Biffi

Pubblicato il 8 novembre 2021 • Comunicazione

Carissime concittadine e concittadini,

Carissimo Parroco don Cristian Belotti,

Carissimi rappresentanti delle associazioni,

Carissimi bambini,

siamo qui oggi per le celebrazioni del 4 novembre, Giorno dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate.

C’è un aspetto particolare di questa Giornata il fatto che sia l’unica che non abbia mai subito interruzioni. Fin dalla sua istituzione ogni anno è stata commemorata.

E’ una data che racchiude in sé diversi ricordi:

  • Il 4 novembre 1918 con l’entrata in vigore dell’armistizio di Villa Giusti si ritiene concluso il processo di unificazione risorgimentale e gli italiani possono tornare a Trento e Trieste, al contempo ricordando la vittoria nella Grande Guerra;
  • Il 4 novembre 1921 avvenne la tumulazione del Milite ignoto in ricordo di tutti i militari morti in Guerra e nelle missioni.

 

Se c’è un segno che mi ha sempre colpito è quello del Milite Ignoto. Il feretro venne scelto da una madre – che aveva perso il figlio senza poterlo rivedere – tra undici bare e una volta scelto attraversò l’Italia con persone alle stazioni a attendere il passaggio, fino alla tumulazione all’Altare della Patria.

 

Il milite ignoto può essere ciascuno di noi: un giovane o un papà. Allora a casa restavano gli anziani, le donne e i figli piccoli.

Mi immagino il Milite Ignoto come un ragazzo, giovanissimo, partito per la guerra a volte consapevole e altre meno del proprio destino, di cui si sono perse le tracce.

Nel cercare di delineare i tratti di questo giovane nei giorni scorsi ho recuperato un libro sulla Grande Guerra che riporta le testimonianze di operai e contadini partiti per il fronte.

Ebbene questo giovane ha circa 19-20 anni, partito senza grande preparazione, convinto di essere dalla parte giusta, ma che nel momento in cui viveva le difficoltà delle varie battaglie prendeva sempre più consapevolezza della paura, ma anche della forza di volontà di sopravvivere.

Mi ha colpito l’immagine del racconto di alcuni sopravvissuti delle nostre Valli che raccontavano di un clima di vicinanza tra i vari militari, al punto di sentirsi tranquilli perché se anche solo a uno di loro fosse successo qualcosa, gli altri sarebbero tornati sul campo di battaglia a recuperare il corpo e dare la giusta sepoltura.

 

Ecco il Milite Ignoto non è questo. Sono ragazzi la cui identità non è stato possibile identificare. Dietro di loro c’erano mamme, papà, fratelli e sorelle che non hanno potuto dare il giusto saluto al proprio caro.

 

Il Milite Ignoto è sconosciuto, ma in realtà rappresenta tutti.

Il Milite ignoto è simbolo delle nostre Forze Armate, che ogni giorno si spendono per il funzionamento della nostra quotidianità. Quelle forze armate che tante volte vediamo impegnate in missioni internazionali, ma che negli ultimi due anni abbiamo sentito al nostro fianco con il contributo fattivo nella gestione della pandemia.

 

Il Milite ignoto rappresenta un monito per i giovani. Il monito di non sottrarsi alle battaglie necessarie per affermare una società migliore in cui trovare pienamente affermati e applicati i principi costituzionali di libertà, uguaglianza, solidarietà, giustizia sociale.

 

Il Milite ignoto rappresenta un invito a ciascuno di noi a metterci a servizio dell’altro, a prenderci cura delle persone a noi più vicine, a non sottrarci a collaborare per il bene delle nostre comunità.

 

Il Milite ignoto rappresenta un monito contro la Guerra, a compiere ogni sforzo affinché il dialogo e il confronto non lascino mai spazio alle armi. Ecco perché è importante preservare il dialogo e il confronto con gli altri stati europei e non rinunciare al percorso di costruzione di una casa comune.

 

L’estate scorsa con la mia famiglia percorrevamo alcuni sentieri della Grande Guerra nella zona dell’Alto Garda. Nel camminare in quei luoghi in mezzo alle montagne ci siamo imbattuti in un cimitero di guerra. Già l’idea di percorrere i medesimi sentieri battuti da quei ragazzi faceva riflettere, il fatto poi di trovare un cimitero ha fatto riflettere su cosa comporti una guerra.

La Grande Guerra, la prima Guerra mondiale del 1915-1918 è avvenuta. Piccole tensioni latenti hanno innescato un meccanismo a catena che ha coinvolto tutti i continenti, a partire dalla nostra Europa.

Noi con la giornata di oggi celebriamo la vittoria della Guerra, ma non dimentichiamo mai che una guerra non è e non potrà mai essere una vittoria. Quando lasci alle spalle milioni di morti e feriti non c’è molto da esultare. Celebriamo peraltro una vittoria sofferta, che ci ha visti prima subire per errori di vertice imponenti sconfitte e ritirate come Caporetto, fino a giungere alla vittoria di Vittorio Veneto.

 

Infine un pensiero ai bambini presenti questa mattina, che ringrazio, con le loro famiglie. Nel vedervi ricordo di quando ero bambino e i miei genitori mi portavano a assistere a queste importanti feste nazionali. Ricordatevi nel crescere di non dimenticare mai di rendere omaggio a chi ha combattuto per noi, per la nostra libertà, per la nostra democrazia.

Fatelo con la delicatezza che solo voi potete e sapete fare. Le scuole in questo sono molto attente e ringrazio con l’occasione anche la scuola  materna di Solza che ha accompagnato i bambini a visitare i nostri monumenti nei giorni scorsi.

 

Che la giornata di oggi ci sia sempre da monito per il futuro.

Viva le Forze Armate, viva la Repubblica, viva l’Italia!

 

 

Il Sindaco
Simone Biffi