Tangenzialina di Calusco d'Adda: lettera aperta del sindaco

Pubblicato il 21 agosto 2020 • Ambiente


Il Comune di Calusco d’Adda ha in progetto da diversi decenni la realizzazione di una “tangenziale sud”, una bretella stradale per il traffico pesante sul confine con il territorio di Solza.


Nella fase di progettazione abbiamo chiesto al Comune di Calusco di applicare una norma di facile attuazione come mitigazione ambientale per quest’opera altamente impattante, che va a cementificare una delle poche aree naturali del nostro territorio. Con questo progetto, il Comune di Calusco intende spostare il traffico di mezzi pesanti (collegato ai suoi poli industriali in continua espansione) allontanandolo dal suo centro abitato, per riversarlo sulla Rivierasca a sud del territorio comunale, trasferendo così il problema sui comuni di quell’area, in primis Solza, che per questo ritiene non sia accettabile non avere alcuna compensazione.


Per capire la nostra richiesta, è necessario porre alcune premesse: un’infrastruttura grigia lineare, come una strada, soprattutto se nuova, è un elemento che frammenta il paesaggio e il territorio. La strada taglia gli elementi naturali e antropici che costruiscono il paesaggio che la strada attraversa: canali, parcellario agricolo, strade bianche, sentieri, fossi, siepi, boschi, vallecole, impluvi, cascine , poderi, borghi, strade storiche, visuali, ecc. Più in generale, taglia o interferisce con reti ecologiche e infrastrutture verdi (boschi e campi) e blu (canali e torrenti) esistenti nel mosaico paesistico-ambientale. Una strada provoca inoltre effetti barriera e disturbi di vario genere (acustico, visivo, ecologico, sanitario).


Le strade, se vanno fatte, vanno ben progettate e mitigate. A questo serve la valutazione di impatto ambientale (VIA), un procedimento fatto a livello provinciale che coinvolge tutti gli enti interessati e che deve misurare le interferenze della nuova opera con tutte le componenti naturali e antropiche presenti, proponendo diversi scenari, soluzioni e costi.


Si devono proporre adeguate opere di mitigazione e compensazione, che abbiano l’obiettivo di limitare i disturbi e ricucire il mosaico paesistico ambientale frammentato, costruendo ecodotti, opere verdi, sottopassi, sovrappassi, barriere verdi, nuovi corridoi ecologici, nuove connessioni e strade bianche, ecc.


La nuova strada dovrebbe diventare una risorsa e non una minaccia, riequipaggiando il paesaggio che attraversa e restituendo ciò che ha sottratto in termini di risorse e di servizi ecosistemici.
Ogni nuova infrastruttura dovrebbe dialogare con il sistema paesaggio, e non snaturarlo: il paesaggio e l’ambiente sono beni comuni e tutelati dalla Costituzione all’art. 9.


Vi chiedo di pensare a quanto sarebbe bello e diverso il nostro territorio se applicassimo questa regola semplice, di integrazione fra antropico e naturale. Ci sono soluzioni a basso costo che è possibile realizzare ai margini delle strade, nei terreni di risulta, dove si dovrebbero strutturare corridoi ecologici, ossia piccoli boschetti di arbusti e alberi per creare una barriera vegetale che compensi le emissioni di CO2 e contrasti la dispersione di polveri sottili, anche a tutelare la biodiversità.


È quello che abbiamo chiesto al comune di Calusco d’Adda nella progettazione della nuova “tangenziale sud”, perché diventi un’occasione per fare una progettazione degna di essere presentata come innovativa, applicando i principi che hanno guidato anche altri progetti simili come il “Kilometro verde” in fase di realizzazione a Parma.
(P\er approfondimenti: https://www.kilometroverdeparma.org/ - https://parma.repubblica.it/cronaca/2017/04/22/news/_con_il_kilometro_verde_abbatteremo_l_inquinamento_dell_autosole_-163577715/ )


Abbiamo chiesto alla Provincia di Bergamo di inserire questa soluzione come prescrizione, purtroppo si sono limitati a raccomandarla, come buona pratica. È vero, un’amministrazione le buone prassi le dovrebbe utilizzare da sé, perché sono la scelta migliore, perché vuole il meglio per il territorio e per i suoi cittadini.
Per questo sono a chiedere pubblicamente al Comune di Calusco d’Adda di far proprio il progetto di mitigazione ambientale che abbiamo presentato durante la VIA.


Mi preme precisare che questo progetto è stato fatto preparare a spese del Comune di Solza (con incarico all’architetto paesaggista Luigino Pirola), perché riteniamo che tuteli i territori di entrambi i Comuni, mentre il progetto di Calusco non ha mai sviluppato una proposta di mitigazione ambientale, nonostante le nostre ripetute richieste.


Confido che l’amministrazione di Calusco d’Adda ci coinvolga nello sviluppo di questo progetto, che sia un tratto di unione e non di frammentazione ulteriore nell’interesse di cittadini di entrambi i Comuni.

 

Maria Carla Rocca
Sindaco di Solza

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